Racconto autobiografico Barbiere, metà Dottore

Barbiere, metà Dottore

Prendersi cura dei capelli è da sempre un’attività fondamentale per l’uomo. La storia del lavoro di parrucchiere è infatti piuttosto lunga: per voi le abbiamo dato una spuntatina, senza tralasciare le curiosità più interessanti. Scopritele con noi!

Intervista al Sig. Mirko Pompei

Grazie ai racconti del Sig. Mirko, che in passato ha svolto questo mestiere, abbiamo potuto conoscere da vicino in cosa consisteva il lavoro barbiere, figura molto importante nel 500.

Gli alunni della classe VA, ancora una volta, hanno assunto il ruolo di piccoli giornalisti e hanno condotto con professionalità l’intervista al Sig. Mirko che, con gentilezza e un pizzico di emozione, ha risposto prontamente a tutte le loro domande.

  • Sig. Mirko come si svolgeva la giornata di un barbiere? ( Martina P.- Nicolò P.)

La giornata di un barbiere era molto impegnativa non perchè c’erano molti clienti ma perchè doveva tagliare i capelli con delle lame e non con le forbici e doveva essere concentrato nel suo lavoro altrimenti rischiava di ferire la persona.

Il barbiere si svegliava la mattina presto, raggiungeva la sua bottega e iniziava ad accogliere i suoi clienti fino a tarda sera.

  • Quali strumenti utilizzava? ( Asia F. – Vittoria F.)

Il barbiere, per svolgere il suo mestiere, utilizzava oltre che gli strumenti per la rasatura anche quelli per “operare”. 

Gli strumenti erano molto simili ai nostri ed erano fatti di diversi materiali: legno, rame oppure ferro.

Le lame venivano fatte di rame o pietra ed erano utilizzate come un rasoio.

Le forbici venivano usate molto raramente e il pettine era fatto in rame o in osso.

 

  • Come si vestiva? (Christian C. – Mirko F.)

Indossava dei  tuniconi bianchi in lino grezzo e dei manicotti per ricoprire le mani.

  • E le parrucchiere esistevano? ( Mia T. – Yousef. B.)

Sicuramente esistevano, ma le donne abitualmente si tagliavano i capelli in casa da sole.

  • Il mestiere del barbiere poteva venire svolto da tutti? ( Diletta T. – Matilde R.)

Il mestiere del barbiere sicuramente si tramandava di padre in figlio, già da ragazzi si iniziava questo lavoro.

  • Come veniva pagato il barbiere? ( Raissa M. – Martina L.)

Chi aveva piccoli denari pagava in monete, altrimenti si usava lo scambio in alimenti o in prestazioni: il paziente ad esempio portava una capra, una gallina oppure un falegname poteva ricambiare  con lavori artigianali.

  • Quando è nato il mestiere del barbiere? ( Marta L. R. – Giacomo)

Il barbiere è un mestiere antichissimo, risale al 3.500 a. C. I primi negozi di barbieri vennero ideati  dagli antichi greci. I rasoi più antichi risalgono al tempo degli Egizi. 

  • Perchè il barbiere veniva chiamato anche “Dottore?”( Federico P. )

Durante il medioevo avvenne una rivoluzione: in Europa si diffuse infatti la pratica dei barbieri-chirurghi. Oltre ad occuparsi dei capelli, i barbieri potevano curare anche mali minori ed effettuare pratiche come i salassi.


  • Ma allora…era pericoloso questo mestiere? ( Vittoria V.)

Se doveva tagliare solo i capelli no, ma se doveva effettuare un’estrazione di un dente si, in quell’epoca non esistevano nè protezioni nè disinfettanti.

  • La bottega del barbiere aveva un’insegna? ( Amelia G.)

     

    Come vi ho raccontato, in origine il Barbiere non svolgeva semplicemente le attività di taglio e rasatura. Era una sorta di medico: si occupava di estrazioni dentali, suture e, in particolar modo, di salassi e flebotomie. Era quindi importante che i malati e i viaggiatori riconoscessero immediatamente l’insegna, che rappresentava bende impregnate di sangue. È qui infatti che comincia la curiosa storia dell’insegna per barbieri: quell’asta più o meno lunga con un pomo di bronzo all’estremità e una spirale di strisce bianche e rosse che ne percorre la lunghezza. Ecco il perché della forma: l’asta rimandava al palo che veniva dato da stringere al paziente durante il salasso, in  modo che il braccio restasse orizzontale e le vene risultassero ben visibili. Il pomo in bronzo all’estremità aveva la forma del vaso in cui il sangue si raccoglieva, mentre le strisce rosse simboleggiavano le garze insanguinate il blu, le vene e il bianco il panno per il paziente.

     

    Lo sappiamo, non è una storia molto fashion: per arrivare alla figura del parrucchiere come la intendiamo noi oggi dobbiamo aspettare ancora un po’!!!

Facciamo un salto indietro…
Prima di condurre l’intervista al Sig. Mirko abbiamo fatto visita alla redazione del Corriere dell’Umbria per conoscere come si realizza un giornale e scoprire tutti i segreti del mestiere del giornalista.

Un ringraziamento speciale al Sig. Mirko Pompei e alla Sig. Stefania Sepiacci per la disponibilità con cui hanno risposto alle nostre curiosità.

Ringraziamo anche la redazione del Corriere Dell’Umbria per averci accolto e guidato alla scoperta del mondo del giornalismo, in particolare al Sig. Fedeli ed al Direttore, il Sig. Sergio Casagrande.

Classe VA Villa-Soccorso

Yousef

Christian

Vittoria F.

Mirko

Asia

Amelia

Giacomo

Marina L.

Raissa

Martina P.

Federico

Nicolò

Marta

Matilde

Mia

Diletta

Vittoria V.

 

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