Brutale agguato incrimina Pietro Vannucci

Firenze, luglio 1487. Si è celebrato il 10 luglio il processo davanti alla magistratura fiorentina, gli Otto uomini di Guardia e di Balìa, per far luce su un fatto criminale che vede coinvolto il “Divin Pittore”.

IL FATTO – Pietro Vannucci, iscritto alla compagnia di San Luca, nel dicembre 1486 aveva appena fatto ritorno a Firenze, città che lo ha visto apprendista nella bottega del Verrocchio.

A seguito di uno scontro con un suo conterraneo, suo nemico e rivale, decide di tendergli un tranello coinvolgendo un complice.

IL COMPLICE – Aulista D’Angelo, perugino anch’esso e pittore di scarso valore, è in grado di dare man forte all’impresa punitiva. Ne è testimonianza la sua fedina penale che parla di furti, ferimenti e persino omicidi.

L’AGGUATO – Una notte, i due, resi irriconoscibili da un travestimento, si appostano in attesa della vittima designata. Sono al corrente che percorrerà una stradina del quartiere di San Pietro Maggiore. Il malcapitato, non riesce a reagire, e viene raggiunto da una scarica di bastonate che lo lasciano a terra tramortito.

IL MOVENTE – Non è chiara la motivazione che abbia spinto al brutale agguato. Sembra che tutto sia nato a causa dei begli occhi di una donna contesa tra il pittore e la vittima.

A GIUDIZIO – Non passa molto tempo che Mastro Pietro e il D’Angelo vengono scoperti, imprigionati e giudicati.

Il Perugino confessa per filo e per segno e aggrava la posizione del complice. Viene riconosciuto colpevole senza però l’aggravante dell’intenzione di uccidere. Dovrà risarcire la vittima pagando una multa di venti fiorini d’oro (dimezzati se il pagamento sarà immediato).

Il D’Angelo, ritenuto intenzionato a voler uccidere la vittima, subisce la condanna alla tortura di “quattro tratti di fune” e alla prigionia nel carcere “Stincarum civitatis Florentiae” fino alla restituzione delle cose rubate. Oltre alla pena del confino, dovrà promettere, sotto giuramento, che non farà del male al suo ex complice.

“Il meglio maestro d’Italia” in tal modo, ha finito per essere anche personaggio da romanzo criminale.

 

 

 

 

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