lago Trasimeno

Vita da pescatore: intervista al Presidente della Cooperativa Pescatori del Trasimeno, Aurelio Cocchini.

Quando è nata la Cooperativa Pescatori del Trasimeno e perché?            <<La Cooperativa Pescatori del Trasimeno fu costituita il 23 settembre 1928 con l’obiettivo di migliorare le condizioni economiche e la qualità della vita dei suoi soci. Ha quasi cent’anni>>.  Oggi quanti svolgono questa professione? <<A San Feliciano, i pescatori professionisti sono circa una trentina. La pesca è stata sempre parte integrante della vita sulle sponde del lago e di conseguenza anche i pescatori sono stati i protagonisti del Trasimeno>>.  Com’ è la vita del pescatore?                                                                              <<È una vita all’aria aperta, una vita di scelte fatte in libertà poichè quotidianamente il pescatore decide dove andare a mettere le reti, che tipo di pesca svolgere e soprattutto è piena di incertezze>>.  Come si svolge il suo lavoro?                                                                          <<Inizia il mattino molto presto, quando ancora è buio e stende le reti in acqua. Poi appena sorge il sole comincia a ritirare le reti in barca perché il lavoro è molto lungo e deve essere fatto con il fresco per impedire che il pesce si deteriori>>.  Com’è la tecnica di pesca?                                                                                    <<È una tecnica sostenibile, non invasiva. È millenaria perché noi facciamo le stesse cose che si facevano al tempo degli Etruschi. Stendiamo una rete passiva e aspettiamo che il pesce ci si infili dentro>>.  Quali sono i mezzi usati dai pescatori?                                                                  <<Per fare questo tipo di pesca usiamo dei mezzi storici, barche slanciate, piatte e dotate di grande manovrabilità per poter mettere le reti anche vicino alla costa>>.  Quali specie di pesci si trovano al Trasimeno?                                                     <<Nel lago Trasimeno abbiamo le specie di pesce d’acqua dolce che in genere si trovano nei laghi italiani: il persico reale, il persico trota, la carpa regina, la tinca, l’anguilla, il luccio. Si pescano anche latterini e carassio>>.  Quali sono i pesci che attualmente vengono maggiormente pescati?       <<Il livello basso del lago e i cambiamenti climatici fanno sì che alcune specie prolifichino mentre altre si riducano drasticamente. Ora si pescano principalmente le carpe>>. Quali sono i pesci che vengono più richiesti?                                              <<L’anguilla è il pesce con più valore sul mercato, poi viene il persico reale che è molto buono. Quello con meno valore è il carassio: ha tante lische ma ha alti valori nutrizionali ed è ricco di Omega-3>>. C’è un pesce che ha una storia interessante?                                            <<L’anguilla è il pesce più affascinante. Non si riproduce in cattività, ma deve tornare al Mare dei Sargassi. Appena nate le anguille sono cieche. Seguiranno la Corrente del Golfo per arrivare fino al Nord Europa oppure entreranno nel Mediterraneo. Da qui risalendo il fiume Tevere, il Nestore, il torrente Caina e l’Emissario, potrebbero giungere al lago Trasimeno, ma gli ostacoli da superare sono veramente troppi. In realtà le anguille che sono qui sono state portate al Trasimeno anni fa, sono cresciute e stanno invecchiando qui, non possono tornare al mare>>. Ci sono molte anguille nel lago?  <<Purtroppo è una specie in via d’estinzione. La Commissione pesca delle Nazioni Unite, ormai da due anni, ha deciso uno stop alla pesca delle anguille nel Mediterraneo per sei mesi. Negli ultimi trent’anni l’inquinamento e la pesca hanno ridotto sensibilmente la loro popolazione. Intanto la nostra Regione ha vietato la pesca della specie fino al 31 marzo>>.  Qual è la filiera del pescato?  <<Una volta pescato il pesce viene sbarcato al punto sbarco. Subito è portato nello stabilimento di conferimento per essere pesato, selezionato e infine stoccato nella cella di refrigeramento. Inoltre giornalmente viene portato al laboratorio per essere lavorato: sfilettato, affumicato, trasformato in paté>>. Come viene impiegato il pesce?                                                                                   <<Il pesce del Trasimeno è saporito, gustoso, dalle carni pregiate e delicate. Con i pesci di lago si possono realizzare tante ricette che sono i piatti tradizionali del territorio. Un esempio su tutti è il Tegamaccio>>. Pescatori del Trasimeno  La pesca è uno dei mestieri più antichi tramandati dalla storia. Il lago Trasimeno per la sua pescosità ha rappresentato nel tempo un grande serbatoio alimentare dove tale attività diventò una preziosa risorsa collettiva. C’è una grande continuità tra le modalità di svolgimento della pesca odierne con quelle in uso cinque secoli fa, come d’altronde diverse trasformazioni. Ne sono un esempio il giacchio e il tofo: il primo, in uso fino a poco tempo fa, l’altro tutt’oggi utilizzato. Un particolare tipo di pesca, quella dei “Tori”, fu l’attività produttiva principale al Trasimeno durante il Medioevo, e coinvolse gran parte della popolazione lacustre. Una pesca che sfruttava la tendenza del pesce a cercare riparo e tepore in inverno all’interno di mucchi di fascine di quercia, sommerse durante l’estate ma che necessitava di acque basse. Con l’aumento del livello del lago, nel 1500 e soprattutto nei primi del ‘600 è stata abbandonata. Le pesanti reti di canapa, oggi, sono state sostituite da quelle in nylon e al posto dei carrettieri, che in inverno trasportavano ininterrottamente il pescato nei paesi vicini e nella città di Perugia, è sorta la Cooperativa Pescatori del Trasimeno che, oltre a preservare il mestiere del pescatore professionista, provvede alla cattura, alla trasformazione e distribuzione del prodotto ittico nel territorio. Tratto da Giannantonio Campano, TRASIMENO FELICE, Edizioni Dell’Arquata

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Il Papa a tavola lungo le rive del Trasimeno

De gustibus… non disputandum est! Nessuno si permetta di giudicare i gusti degli altri, soprattutto quando si fa riferimento a quelli di personalità illustrissime. Pare, infatti, che l’Eminentissimo Pontefice, Clemente VII abbia un debole per il cibo povero proveniente dalle zone del lago Trasimeno. Si racconta di servitori a cavallo o su carri che percorrono strade dalle rive paludose del lago sino alla Sede papale, recanti seco sacchi di fagiolina e casse con pesci spinosi, le tinche. Pare strano avvicinare una così elegante e prestigiosa Autorità alla tavola di un qualunque villano. Si sa il villano è un uomo rozzo e povero. Mangia con le mani pane bigio, un impasto ottenuto da cereali minori, come il sorgo (buono per porci, buoi e cavalli) ed acqua, cotto sul “testo”, un disco di terracotta o ferro, messo a scaldare sulla brace, a cui aggiunge erbe colte sui campi, rape, zucche, cavoli e legumi. Ebbene sarebbero proprio i legumi, coltivati esclusivamente in questa zona, il punto debole del Pontefice. Clemente VII da quando lo ha assaggiato ne apprezza la bontà in zuppa, lo giudica migliore delle fave e ne diventa un importante divulgatore, regalandolo ad amici e parenti.     Ma un altro cibo proveniente dal lago spunta sulla tavola di Sua Eminenza: la tinca. I pesci, riportati di primo mattino dai pescatori. che nelle ore della notte lasciano i porti per andare “a bottà”, partono immediatamente per Roma. Qui vengono cotti nell’acqua in una pentola di terracotta con foglie di basilico e prezzemolo che danno sapore e grazia all’intingolo e al pesce cotto. Alle carni lessate si aggiunge pane bagnato nel brodo e un composto di aceto, noci, mandorle, foglie di alloro, pepe e garofano. Non è facile resistere alle tentazioni, neanche per un Papa! Intervista a un agricoltore Ciao, come ti chiami? Mi chiamo Fioroni Catia e fino a poco tempo fa ho coltivato la Fagiolina a Castiglione del Lago.   E’ vero che gli Etruschi sono stati il primo popolo a coltivare la Fagiolina? No. Le origini della Fagiolina del Trasimeno sono da ricercarsi in Africa da dove, attraverso gli scambi con la civiltà etrusca, ha raggiunto e si è diffusa in tutto il bacino del Lago Trasimeno trovando qui i terreni umidi, condizione ideale per l’ottenimento di un prodotto di qualità eccellente. Teofrasto, amico di Aristotele, ci rende noto che la specie era coltivata in Grecia nel 300 a.C. Nel primo secolo d.C. Plinio il Vecchio ci fa sapere che venne coltivata prima dagli Etruschi e poi dai Romani.   3) Che tipo di pianta è? La Fagiolina è una pianta che appartiene alla famiglia delle leguminose.   4) Quando viene seminata? La semina viene effettuata in primavera.   5) Quando viene raccolta? La lunga raccolta inizia a luglio e si protrae fino ai primi giorni di ottobre. A questo punto, i baccelli maturi raccolti, vengono fatti essiccare al sole e poi battuti. Infine, con i vagli si puliscono i semi che in seguito verranno confezionati.   6) Come viene utilizzata in cucina? La Fagiolina del lago Trasimeno di solito viene utilizzata come legume da mangiare fresco, oppure come seme secco.   7) Qual è il suo colore? Nell’area lacustre è stato possibile reperire varietà locali diverse per caratteristiche morfologiche ma identiche per caratteristiche genetiche. Si possono quindi trovare semi di vari colori, con differenti screziature. Al gusto, la Fagiolina del lago Trasimeno si distingue per una caratteristica delicatezza, tendente al dolce e le minuscole dimensioni la rendono particolarmente piacevole al palato.   8) Ci dici una curiosità sulla Fagiolina? La Fagiolina è stata coltivata fino al dopoguerra prevalentemente negli orti e ha rappresentato il principale apporto proteico all’alimentazione delle popolazioni locali. Considerata di fatto estinta, è stata recuperata grazie al paziente e assiduo lavoro di alcuni agricoltorI, all’intervento della Comunità montana “ Monti del Trasimeno” e del Comune di Castiglione del Lago. Dal 2000 la fagiolina del Trasimeno è riconosciuta come Presidio Slow Food ed i produttori si sono recentemente riuniti in Consorzio per la tutela del prodotto.

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